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ATTENTI AL LUPO…

Premetto che ieri io e Nicola Iannalfo abbiamo deciso di visitare la tana del lupo…

Alle 19:45, lasciata l’auto davanti al fosso bandito, ci siamo diretti verso l’ex stazione, diventata negli ultimi sei anni il fonte battesimale del potere Renziano.   Avevo partecipato con curiosità alla prima nel lontano 2010, nata con l’intento di rifondare una nuova sinistra moderna  e rottamare la vecchia classe dirigente, con Pippo Civati, Debora Serracchiani e Matteo Renzi sindaco allora della città.

Lungo la pista ciclabile abbiamo scorto in lontananza un profilo solitario davanti all’ingresso del nuovo Teatro della Musica, l’avrei riconosciuto fra mille quel profilo. Si proprio lei, l’Agnese nazionale, che non so come mai ma è la seconda volta che la incrocio per caso nell’ultimo periodo ed è sempre sola (ma la sicurezza?). Abbiamo scambiato quattro chiacchiere e scherzato un po’ ed è sembrata positiva sul prossimo concorso. Ci siamo salutati e ho immortalato la “gioia” di Nicola di aver tolto per un attimo il posto al premier… In seguito, appena messo piede dentro la stazione Leopolda, ho capito la ragione della scelta di Agnese, meglio un teatro vero da sola, che questa immagine post socialista 2.0.

Come darle torto.

Nik e Agnese

Nicola ha scritto:

Difficile dire cosa sia reale e cosa sia la percezione della realtà. Ieri sera alla Leopolda in maniera spettacolare un’onda d’urto di positività di ottimismo. Inutile negarlo… Renzi ha avuto la capacità di trascinare la politica nei talk show e di teatralizzare la “cosa pubblica”. Ha la capacità di divertire chi vuole divertirsi… fuori dalla Leopolda risparmiatori truffati e disperati gridano sulle macerie della loro vita. Un vecchio con un loden d’altri tempi si frega le mani per resistere al freddo. Due realtà opposte una accanto all’altra. Ma la gente vuole divertirsi e lo spettacolo deve continuare…

Dopo la registrazione entriamo nella nuova cattedrale renziana.

Lo speaker, con tono enfatico annuncia: “viaggiatori dell’aeroporto, iniziate ad allacciare le cinture, fra cinque minuti avrà inizio il volo…”

Siamo sprofondati in un abisso surreale, con un vecchietto dietro di noi entusiasta e urlante come un quindicenne in curva Fiesole al 3 gol rifilato alla Juventus da Rossi. Poi alla domanda del premier in una sala ululante: “c’è in sala un insegnante che il 5 maggio era in piazza a manifestare contro la nostra buona scuola?”   Solo in due si sono alzati, io (Nicola era già scappato) e una collega dall’altra parte della sala.   Ecco cosa rappresenta la Leopolda, un coro unanime di adepti alla ricerca di un vincente, è l’Italia da bere degli anni ’80, una televendita berlusconiana, promozione pura. Peccato davvero, avevate altri obiettivi e visioni nel 2010.   Questa notte non riuscivo ad addormentarmi ripensando alla piramide telematica eretta a Craxi nel 1989 nell’area Ansaldo di Milano dall’architetto Panseca.

nik e Faraone
Mattinata fredda e nebbiosa, la novità di oggi è che probabilmente dovrei porre una domanda al question time al ministro Giannini, ho avuto su questo rassicurazioni dalla Simona Malpezzi che ha fornito allo Staff il mio telefono, non so l’ora e per non perdere il treno mi reco già la mattina in platea, pagherò cara questa attesa, la foto parla chiaro gonfio in ogni dove. L’idea è quella di fare un paio di domande e qualche precisazione. Inizio a scrivere cercando di essere breve,  scrivo e riscrivo la domanda ma sintetizzare 12 anni trascorsi fra banchi e allievi tenuti a freno con il sapere e il piacere della scoperta non è semplice. Ripenso alle tante licenze firmate, alle tante pagelle distribuite negli anni e al fatto che di tutto questo non resterà che un vago ricordo.  Cerco di memorizzare la domanda, o almeno ci provo in questa kermesse e malgrado l’età:

“Il mio nome è Mimmo Bruni. Dopo 13 anni di servizio nella scuola pubblica, mi definirei un “precario a tempo indeterminato”.   Siamo il risultato della miopia di Governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni. La domanda semplice che vorrei formularle è il perché non avete voluto utilizzare tutte queste professionalità acquisite in tanti anni di servizio, attraverso un semplicissimo piano pluriennale di assunzione, così come scritto nel programma elettorale del 2013, preferendo invece un concorso che avrà dei costi e che aprirà inevitabilmente tanti nuovi contenziosi legali per gli esclusi, come se non bastassero già tutte le vertenze aperte per la stabilizzazione?  Le assicuro ministro che noi docenti sentivamo come voi la necessità di un cambiamento della scuola, solo che abbiamo ingenuamente pensato che questo cambiamento dovesse essere fatto “con la scuola” e non “ai danni della scuola”.   I docenti abilitati in seconda fascia erano fra i 40.000 e 60.000 e avrebbero garantito la copertura di quelle cattedre da anni vacanti, con docenti già formati e con esperienza decennale. Soprattutto in considerazione del DdL 2994, già finanziato in legge di stabilità, che prevedeva 148.000 posti poi diventati inspiegabilmente 100.701 quasi una conventio ad excludendum.

Numeri appunto, il vero problema di questa riforma, come i 29 voti che ci sono mancati per l’approvazione dell’emendamento, il 10.72, scritto fino a mezzanotte da noi dell’Associazione CDP insieme al ex Procuratore della Repubblica di Firenze Deidda e presentato in modo encomiabile, rielaborando la forma, dal On. Gianni Cuperlo.

Numeri rimasti ancora misteriosi in tutto questo processo legislativo, numeri che ancora oggi non abbiamo, che voi non avete, che nessuno conosce e che chiediamo di sapere da sempre. Non posso dimenticare il classico movimento di spalle delle onorevoli e senatrici con cui abbiamo dialogato in questi mesi, Coscia, Puglisi, Di Giorgi, Rocchi e Malpezzi. 

Avete scelto di non ascoltarci, di non dialogare e di usare soltanto con noi il pugno di ferro. Nei miei ricordi il pugno, quello sinistro, ho imparato ad alzarlo sin da piccolo, grazie a mio nonno partigiano, in senso di orgoglio e appartenenza. Siamo qui alla Leopolda, una un ex stazione ferroviaria, il nostro stato d’animo è paragonabile a quello di chi perde il treno per pochi secondi e lo vede andar via.    Speriamo solo che per noi non sia l’ultimo.”

Troppo lungo mi ripeto, devo tagliare, sintetico mi dicono, sintetico. Odio questa parola ma almeno il tempo passa. Saluto un po’ di amici, Paolo Masetti, oggi sindaco di Moltelupo Fiorentino e poi rivedo con piacere dopo 30 anni Massimo Martella, sceneggiatore, scrittore e regista, venuto qui da Roma per chiedere più fondi a favore di cinema e fiction, che a causa della crisi hanno dimezzato le loro produzioni.   Vedo scorrere sul palco  ministri e “ragazzi” con domande confezionate per far loro esprimere successi e progetti futuri. Penso che se salgo su quel palco farò alzare a picco l’età media.  Mi sentirò un vecchio fra giovani, un po’ come a scuola insomma.  Sembra una premonizione, infatti pochi minuti dopo, mi chiama Simona Malpezzi e mi dice che per gli organizzatori è impossibile cambiare la scaletta.  Comunque il ministro Giannini è disposta a incontrarmi separatamente per qualche minuto, dopo il suo question time. Ovviamente penso che non sia proprio la stessa cosa, ma in fondo noi con questa platea non abbiamo proprio nulla in comune.  Accetto d’impulso, anche se subito dopo chiedo una votazione on line fra i soci, che unanimemente mi chiedono di restare.

io e Giannini

Dopo il question time raggiungo Simona Malpezzi, che intanto vorrei ringraziare (anche fotografa per l’occasione, mi scuso per la faccia ma ero li dalla mattina…) per essere riuscita in pochi minuti a organizzare e ricreare, dietro il palco, un incontro informale a cui io per primo non credevo più.  Allo stesso tempo vorrei ringraziare il ministro Giannini per la disponibilità di fermarsi a parlare dieci minuti in quella bolgia infernale.
Dopo le presentazioni di rito fatte da Simona ho brevemente esposto la storia del Gruppo e delle attività svolte nel corso dei due anni  e della sua attuale trasformazione in associazione. Ho infine espresso i tanti punti che ci vedono in disaccordo, rimarcando soprattutto la mancanza di dialogo che ha causato e impedito eventuali correttivi, come l’emendamento 10.72, che avrebbero contribuito a migliorare e a risolvere molte criticità rimaste ancora aperte.

Guardando avanti si è parlato di concorso e anche qui le posizioni sono rimaste distanti, sia sulle scelte fatte che sulla eventuale modifica della percentuale di idonei previsti dalla legge 107 (10%).  Le notizie certe che sono venute fuori dalla conversazione e che vorrei sottolineare sono:

  1. il bando sarà pubblicato probabilmente entro l’anno;
  2. la prima prova scritta si svolgerà intorno ad aprile-maggio e sarà informatizzata o come amano chiamarla i tecnici “computer based” garantendo così una rapida correzione della stessa; l’inizio delle prove orali in giugno, in modo da avere le graduatorie di merito pronte per il 01/09/15;
  3. l’accesso sarà per i soli docenti abilitati.
    La probabile platea di docenti interessati al concorso dovrebbe aggirarsi fra i 180.000-200.000 docenti. Questo è dovuto principalmente alla difficoltà di quantificare il numero di tutti coloro sono in possesso di un diploma magistrale. Si stimano infatti da 100.000 a 120.000 i potenziali candidati al Concorso. Questi numeri portano l’Amministrazione ad ipotizzare l’eventuale ricorso a una prova preselettiva sul modello del concorso del 2012.

Un’ulteriore novità, ha dichiarano Simona Malpezzi, a cui stanno lavorando i parlamentari della maggioranza e dell’opposizione, potrebbe essere il superamento della dicotomia fra organico di diritto e organico di fatto. Questo garantirebbe una maggiore disponibilità di posti da mettere in ruolo oltre a consentire una maggiore mobilità per il rientro dei docenti nei luoghi di residenza.

Per il resto chiusura completa e su tutta la linea.

No secco per il doppio canale, ipotizzato anche dalle opposizioni, per tutti coloro che non risulteranno vincitori del concorso 2016. Unica promessa l’indizione dei futuri concorsi con cadenza triennale .
Ho sottolineato la disparità di trattamento che ci sarà fra le varie Classi di Concorso, come ad esempio il sostegno, dove il numero dei candidati è inferiore ai posti messi a concorso, mentre altre CdC dovranno affrontare selezioni con rapporti fino 1/20.  La risposta è stata un NO secco. Per il Governo questo è il cardine della riforma: “non creare nuove graduatorie” e soprattutto, aggiungerei io, dopo il lavoro “sporco” fatto per chiudere definitivamente le GaE.  Un’unica apertura e rassicurazione sulla valorizzazione e riconoscimento del servizio svolto e dei titoli conseguiti, attraverso il regolamento del bando. Inoltre per gli eventuali esclusi, ci sarà la possibilità di assegnare un certo numero di supplenze, sia sulla materia che sul potenziamento, per almeno due o tre anni.
Infine abbiamo discusso delle due famose circolari che da inizio anno ci hanno tormentato per la cattiva interpretazione di alcuni uffici periferici, come quello di Firenze, da me segnalato a Simona e che ha visto l’intervento diretto del ministero. Anzi a tal proposito il ministro ha chiesto di segnalare irregolarità o cattive interpretazioni degli uffici periferici in modo che si possa intervenire con rapidità ed efficienza.

Ci siamo lasciati con una stretta di mano e dopo un paio di foto scattate da Simona un ultimo saluto e una condivisa scelta di tenerci in contatto.

Se ripenso ora alla domanda che avrei fatto dal palco, sicuramente avrei cambiato il finale …

Buona domenica a tutti, domani siamo di nuovo a scuola.

ROMA 13 NOVEMBRE 2015

 

INCONTRO AL MIUR 13 NOVEMVRE di Nicola iannalfo

Sedersi intorno a un tavolo per sentirsi dire che ancora nulla non è stato deciso, che ancora stanno discutendo sui cardini fondamentali che sosterranno il concorso relativo alla 107/2015, comporta l’assunzione di ingenti quantità di Maalox. Nulla si sa sulla prova preselettiva, nulla di nulla sull’attribuzione del punteggio al servizio, nulla sulla caratteristica di questa cavolata di prova computer-based (che è come dire una cosa puffosa nel nel villaggio dei Puffi), nulla si sa sul contenuto nozionistico o meno del concorso. E alla mia domanda diretta se saranno rispettati i tempi per la pubblicazione del bando del 1 dicembre 2015 mi è stato mollicciamente assicurato di sì. Allora ditemi voi se è una cosa possibile che 15 giorni prima del bando del concorso ancora del concorso non si sappia nulla. Non credete che, rispettando la linea mantenuta negli ultimi due anni, al MIUR ci stiano prendendo per deficienti? Non vi viene il sospetto che in realtà i giochi siano già stati fatti e che i regolamenti naturalmente saranno calati all’ultimo secondo dall’alto come fossero le tavole dei 10 comandamenti del Sinai? Io penso proprio di sì. Forse a qualcuno questa presa per le terga può anche piacere a me no e penso che in qualche modo dovremo farglielo sapere. Noi continuiamo a chiedere che sia rispettato il valore abilitante dei nostri titoli e che i tecnici si facciano carico di sollecitare i politici perché si trovi la soluzione per noi perché noi noi non meritiamo un concorso ma un ruolo.

NOI


 

L’ULTIMO SFORZO…

di Mimmo Bruni

Il 13 novembre non mi cercate a scuola, sono a Roma a difendere il mio diritto di svolgere questo lavoro dopo dodici anni di servizio.
Noi docenti di seconda fascia non siamo tutelati da nessuno tranne noi stess
i. Lottiamo da almeno un anno e mezzo contro tutti e tutto. Le nostre lotte singole magari non hanno ancora prodotto grossi risultati , ma non siamo certo domi… venderemo cara la pelle. Se poi perderemo tutto, non vorremmo essere nei panni dei nostri “esecutori”.
Tornando allo sciopero del 13 novembre, non importa quali e quante sigle aderiranno (in aumento) allo sciopero, a noi garantisce la possibilità di dichiarare al mondo della scuola e al governo che ci siamo, malgrado il loro sforzo di esodarci e mandarci per strada. Dobbiamo approfittare di questo giorno per CONTARCI e far sentire il nostro peso. Lo devono fare tutti coloro che abbiamo un contratto a tempo determinato e siamo collocati in seconda o terza fascia. Per un giorno i colleghi di ruolo possono fare da soli, magari smetteranno di assillarci in aula docenti su come spendere la “mancia” di cinquecento euro del governo, unico vero grosso dilemma di questi giorni. Noi siamo fuori da questo circo e molti fra l’altro stanno lavorando da settembre senza stipendio, altro che cinquecento euro.  
Per chi non ha la possibilità di andare a Roma, potrebbe comunque organizzare  sit-in o flash-mob davanti alle proprie scuole, dialogando con i genitori e spiegando loro le ragioni dello sciopero.
Se però venite a Roma, il contributo di ciascuno di voi sarà fondamentale. Oltre al corteo e il sit-in a Piazza Montecitorio con i vari sindacati di base, nel pomeriggio dalle 14:00, anche grazie a Rosa Sigillò che ha chiesto l’autorizzazione alla Questura, noi del CDP insieme al MIDA e ADIDA,  organizziamo un sit-in al MIUR  e una delegazione  sarà ricevuta dai rappresentanti del ministero. 
Dimenticavo per chi non sciopera… buon concorso.

ROMA 13 NOVEMBRE 2015

di Nicola iannalfo

Quanto ci vuole a cliccare “mi piace” leggendo svogliatamente un post? Pochi secondi… pochi secondi per passare al post successivo, quello molto più accattivante, dai su… quello della nuova immagine della collega… si quello va anche commentato. Generalmente un “bella” ci scappa sempre.

E no amici miei. Io dei “mi piace” non me ne faccio nulla! Ma proprio nulla. Non me ne faccio nulla di chi pensa di fare la rivoluzione con il mouse. Di chi seduto sulla poltrona mi rassicura… “comunque sono con voi”. Io non ho bisogno di sentirmi leader e nemmeno i miei colleghi amministratori hanno la necessità di particolari privilegi. Ho consumato le chiappe sul treno per inchiodare i politici alle loro responsabilità. Ho consolato colleghi in crisi di pianto, ho mangiato Rustichella in Autogrill. A volte vittima della stanchezza mi sono chiesto “perché”, perché deve essere tutto così difficile. Stiamo solo chiedendo un lavoro: il nostro lavoro.

Ora è il tuo momento. Il 13 novembre avremo l’ultima possibilità, prima del bando di concorso, di manifestare con forza il nostro dissenso. A settembre 2016 qualcuno starà cercando un nuovo lavoro… spero solo che sia uno di quelli che oggi fa la rivoluzione col tablet.

È un sacrificio venire a Roma. Bene! La lotta è un sacrificio! Devi tirare la cinghia? Questa cinghia o la tiri o ti ci impicchi. Il 13 a Roma un’ ultima volta per il nostro lavoro e per la nostra dignità. A breve il manifesto programmatico della rete dei vari coordinamenti e i dettagli della manifestazione.

AVANTI!

Io&Nico

PENSIERI DI UN’ESTATE… AL VERDE!

PENSIERI DI UN’ESTATE… AL VERDE!

Oggi pensavo per quanti patemi e bruciori di stomaco devo ringraziare questo governo di non eletti. Non auguro a nessuno di loro, per quanto colpevoli, la metà delle prove che abbiamo e che dovremo sopportare in futuro. Pensavo che non sarebbe male esprimere il mio pensiero attraverso brevi post scritti durante questa “estate calda” all’ombra dell’albero guardando il mare, in previsione del “autunno caldo” che i sindacati intendono inaugurare per la prossima stagione.

Tutto ebbe inizio il 14 luglio con la firma di questa legge 107 da parte di un Presidente che avevamo considerato, a torto, difensore della Costituzione. Per il resto sono solo impressioni di un testo già scritto da CONFINDUSTRIA e dall’associazione TREELLLE.

15 luglio

Questa sera in terrazza ho visto la mia prima stella cadente dell’estate. Ovvio pensare ad un desiderio… Ma poi mi sono detto, questo soddisfa solo me, mentre l’altro almeno 80.000 esodati della Scuola.  Non ho avuto dubbi…

LUNA

23 luglio

Sono giorni che seguo l’infrangersi del mare sulla scogliera, che quasi per magia riesce a ripulire schiuma o alghe alla deriva. Sembra incredibile ma con il passare del tempo tutto viene ripulito, l’acqua torna limpida come prima. C’è una forza che ricompone il tutto, perdendo pezzi ma ritrovando l’equilibrio di sempre.
Ecco, pensavo, io faccio parte dei pezzi persi, dopo anni di sfruttamento, basta un onda che ci sommerge e coloro che hanno sguazzato nel malaffare per anni si riprendono il posto. Sono veramente schifato.
Faccio due conti e mi accorgo che l’ultima nefandezza sono l’aver riciclato i NON IDONEI al concorso. Perchè gli unici idonei erano i vincitori. Alla fine hanno capito che la maggior parte dei posti liberi da assegnare sono i nostri, cioè i posti delle GaE esaurite. Ecco, grazie a questo giochino crudele, ci hanno tolto l’ultima speranza. Visto che l’esperienza non conta per questi signori, hanno pensato bene di tirare l’ultimo colpo in canna, nella schiena dei colleghi delle GaE, dando priorità nell’assegnazione dei posti ai “NON IDONEI”. Non voglio tediarvi sui numeri, qualche decina al nord e molte centinaia al sud, non c’è da meravigliarsi, mafia capitale insegna. Questo è il Partito Democratico oggi, per il resto o ci riprendiamo la politica o sarà la fine. Sarà meglio che faccia un tuffo.

TARANTO 093

25 luglio

Vi chiederete come mai questa scelta di foto subacquee. Vi rispondo volentieri. Sei su che guardi un mondo quasi noioso e senza colori, eccetto i diversi toni del blu e quelli della scogliera. Poi basta una semplice maschera con fotocamera e ti accorgi che dentro l’acqua c’è un mondo che non potresti mai immaginare se non ci vai con gli strumenti giusti. Cosa vi viene in mente? Esiste un mondo della scuola che questi pseudo politici non riescono nemmeno a immaginare. Colpiscono duro su persone e rapporti creati in anni di lavoro come neanche un barbaro riuscirebbe a fare. Si credono innovatori, riformisti, di sinistra e non si accorgono di essere in realtà solo SINISTRI…  Il mare mi aspetta, non resta molto in fondo…

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28 luglio

Qualche giorno fa concludevo un post dicendo: “Il mare mi aspetta, non resta molto in fondo…”
Guardando questa foto mi rendo conto che resta tanto. Questa lotta ci ha regalato anche tanti momenti di comunione e condivisione. Buonanotte a tutti e come diceva Eduardo “Adda passá a nuttata”

noi

30 luglio

Stamani, sul presto, ho fatto un giro al cimitero per portare il saluto ai miei cari defunti e a uomini d’onore. In genere seguo un percorso per abitudine durante il quale lascio una rosa rossa ai “compagni” del passato. Oggi lasciando una rosa al compagno Cannata e al mio caro nonno, compagno Recita, e dopo aver recitato il loro canto di battaglia “Avanti popolo alla riscossa, bandiera rossa …”
Mentre intonavo le note pensavo se doveva finire così… Tutta la loro vita e le loro lotte, dai campi di concentramento alla ricostruzione di questo paese martoriato da un ventennio di dittatura e atrocità dovevano essere ricompensate da questo squallore? Non si riesce proprio ad accettare che uomini d’onore siano rappresentati oggi da faccendieri e uomini lacche. Poeri noi…

qualcosa non è andata

 

11 agosto

Oggi mi guardo il lago, grigio e nebbioso, non vedo la luce di sempre, i colori che lo rendono speciale e penso che in fondo anche questo è un segnale. Siamo delusi e soprattutto arrabbiati per essere stati usati da anni come oggetti superflui che prima o poi finiscono in discarica. Neanche il “recupero” questo pseudo governo di sinistra è riuscito a mettere in campo. Peggio del più becero neoliberismo.
Non riusciamo più a essere sereni, ma promettiamo battaglia, questo è certo. Per noi, come dice la foto, “l’ultima spiaggia”.

ultima spiaggia

 

17 agosto

Lascio la Sila con il magone. Vero rivedo il mio bel mare per altri 4 giorni, non mi posso certo lamentare. Ma ora, fermo qui dopo un piccolo spuntino con davanti il Centro Storico di Cosenza, penso alle battaglie che ci attendono e alle vergognose ingiustizie subite da quello che consideravamo, anni fa, un Governo amico. Lo squallore dei loro finti sorrisi solo per difendere l’indifendibile. Povero paese!
Ci vorrebbe un’altra guerra partigiana per ristabilite i diritti e l’onestà. Noi ci siamo e siamo pronti ad andare… AVANTI. Questa sera farò un tuffo per voi. Ora mi attende la strada… ma tanta strada.

patata

 

 

Diceva Matteo nel Vangelo «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

Niente da dire sulla parola di Gesù solo che la banca, le bollette, le spese non possono aspettare all’infinito. Questo sarebbe il Paese che riparte… Mancata riscossione di parte del mese di giugno 20 giorni per la precisione, mancata riscossione ad oggi 59° giorno della NASPI, mancata riscossione del TFR dell’anno scolastico 2013-2014, mancata riscossione degli assegni famigliari di tutto l’anno 2014-2015…  Altro che Italia che riparte qui siamo affondando senza ancora di salvataggio.

Bella estate comunque e scusate i “pensieri di un’estate al verde”

MALA TEMPORA CURRUNT

A cattivo principio, cattiva fine…diceva Tito Livio, come dargli torto. Oggi, purtroppo, la fine di questo disegno di legge si è concluso senza quell’ascolto richiesto e comunque contro gli abilitati di seconda fascia, così come diceva a Parma la Malpezzi.

Preferisco non commentare subito, rischierei la denuncia…Magari lo farò fra qualche giorno insieme a Nicola, Pietro, Cristina, Laura e Valeria. Metabolizziamo la sconfitta in questa battaglia, sperando di vincere la battaglia finale. Intanto oggi preferisco farvi ascoltare le voci dei rappresentanti che hanno stabilito questa prima parte della lotta.

Votazione Finale

Dichiarazione di voto Malpezzi PD

Dichiarazione di voto Vacca M5S

Dichiarazione di voto Pannarale SEL

Dichiarazione di voto Palmieri FI

Parte della dichiarazione di voto Borghesi Lega

Dichiarazione di voto Meloni FdI

Dichiarazione di voto Di Lello socialisti

Dichiarazione personale di voto Rampelli FdI

Dichiarazione personale di voto Galli PD

Dichiarazione personale di voto Fossati PD

Dichiarazione personale di voto Fassina PD

FAVOREVOLI

CONTRARI

USCITI DALL’AULA o ASTENUTI

Dopo Tito Livio termino con Cicerone: “Mala tempora currunt”

A cattivo principio, cattiva fine.

Ieri finivo esami e lavoro. Non so se ritornerò in cattedra, di certo non dimenticherò chi è la causa di questa ingiustizia. Anche l’altra sera siamo stati a Pratolino (FI) a discutere in un dibattito sulla buona scuola con la senatrice Di Giorgi, ma anche lei mi è sembrata non ascoltare e capire le vere ragioni del dissenso, neanche della sua cara amica e collega di tanti anni di lotte al Comune di Firenze, Daniela Lastri. Nicola ha cercato di spiegare le nostre ragioni…

Peccato che abbiate chiuso in modo così categorico ogni tentativo di ricucitura, anche con soluzioni alternative più logiche e risolutive dei problemi che questo DdL aprirà, per non parlare di tutti i contenziosi che seguiranno dopo la sua applicazione. Così alle domande di Laura e Alessandra non ci sono risposte valide…

Pazienza farsi del male da soli, ma perdere l’elettorato e condannarsi a una sconfitta per i prossimi dieci anni, per aver deliberatamente e a tavolino deciso la rottura insanabile con la sinistra che c’è fuori e dentro il PD, è una colpa grave che non è giusto ricada su di noi.

Diceva Calvino: “Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere”

Forse sarà un caso, ma se i due attacchi sono venuti su lavoro e scuola, non deve essere proprio casuale. Volevate scientificamente colpire la sinistra nelle sue fondamenta e far crollare in un colpo una storica illusione. Io non so chi vi abbia ispirato ma come diceva Milan Kundera: “Le persone affascinate dall’idea del progresso non intuiscono che ogni passo in avanti è nello stesso tempo un passo verso la fine.”

 Noi comunque il 7, 8 e 9 luglio saremo a Roma per impedire tutto questo e per chiedere fino alla fine di ripensarci.

 Concluderei con Tito Livio: “A cattivo principio cattiva fine”.

AVANTI!

CONSEGNATE FIRME

Serata piena, come molte di questi giorni…
Chiacchierata con il Presidente Rossi nel suo comitato elettorale in Piazza Frescobaldi dalle 18:45 alle 19:35. Intanto abbiamo finalmente avuto l’occasione di consegnargli le otre 3000 firme dei cittadini toscani, contrari al Disegno di Legge 2994. A questo proposito il primo ringraziamento di tutti noi è a tutti quei colleghi che con immenso sacrificio hanno consentito questo risultato, al di la di ogni più rosea aspettativa.
Lo stesso Rossi è rimasto molto colpito dalla mole di pagine firmate.
In seguito ci siamo dilungati sulle ragioni per le quali questo DdL è così osteggiato da tutti coloro che la scuola la fanno tutti i giorni. Anche sulle incomprensibili ragioni per le quali alcuni docenti siano esclusi da questo piano così come tra l’altro risulta da tutti i questionari svolti da tutti i candidati del PD presenti nel Blog.
Si è impegnato, ancora una volta, a fare pressione sul Premier affinché si possa modificare il DdL durante l’iter parlamentare al Senato, attraverso nuovi emendamenti, e si è offerto di aiutarci in prima persona con Cuperlo e Gotor affinché questo porti ad una soluzione positiva rispetto a quello accaduto alla Camera (gli abbiamo spiegato che sarebbero bastati solo 30 voti a favore per l’approvazione dell’emendamento 10.72).

Ci ha inoltre confermato l’invio del questionario e di parlarne personalmente con Renzi al teatro Puccini.
Dopo una passeggiata per il centro, ci siamo recati alla kermesse per la chiusura della campagna elettorale regionale. Sala piena ma, ripensando alle vecchie piazze di tanti anni fa, mi è tornata in mente la domanda di qualche settimana fa: ma chi lo vota questo PD?  Comunque accesso blindatissimo, alle 23 l’intervento di Renzi, direi poco incisivo e forse anche per un po’ di stanchezza. Verso la fine abbiamo rotto il blocco e ci siamo infilati per scattare qualche foto, ma soprattutto per chiacchierare qualche minuto con la fedelissima Bonafè che ha mostrato qualche apertura e disponibilità ad approfondire, con ulteriori incontri, le problematiche dei precari di seconda e terza fascia, il vero agnello sacrificale della nuova riforma.
Come dice Nicola, Avanti!

Consegna delle firme contro il DdL 2994 al Governore Enrico Rossi

FIRME

Emendamento 10.72

Che dire, per soli pochi voti l’emendamento non è passato.

Subito dopo, Gianni Cuperlo ha mandato un messaggio a Nicola:

” Siamo andati sotto di soli 30 voti (177 maggioranza). Se alzate il tono e non mollate al Senato possono passare. Fammi sapere se i colleghi hanno comunque apprezzato ciao”

352 VOTANTI
3 ASTENUTI
147 FAVOREVOLI
205 CONTRARI
RESPINTO

Intervento di Gianni Cuperlo

Ecco chi ha votato a FAVORE e  CONTRO

Grazie deputati, ci ricorderemo di Voi!

Ecco chi ci ha “esodati”

Le nostre vite sono in pericolo.

Le nostre vite sono in pericolo, è questo che mi ronza nella testa dopo una giornata ricca di emozioni.

Oggi a scuola, grazie a quei progetti che lasciano un segno nello sviluppo di un anno scolastico, ho conosciuto un sopravvissuto della strage di Capaci, l’Ispettore Luigi Corbo, ancora provato dalla strage che ha sconvolto la sua vita, mostrandoci l’amarezza di un uomo che ancora oggi non si dà pace per non essere stato in grado di difendere Giovanni Falcone. Mi ha colpito la voglia di un uomo dello Stato, oggi Ispettore alla Procura di Firenze, di far capire e trasmettere ai ragazzi  cosa è  veramente la mafia, da palermitano originario di uno dei quartieri più popolari della città, che ha vissuto per anni con il fenomeno mafioso.  Queste sue parole: “ci inculcavano sin da piccoli che la mafia non esisteva e che era un’invenzione dei giornali. E invece, la mafia esiste e quello che ti dà oggi te lo richiede indietro triplicato domani”. Inoltre mi ha commosso vederlo nei filmati d’epoca, intervistato la notte  dopo la strage mafiosa in ospedale, con una chioma folta alla Cocciante. E poi dal vivo, con ormai pochi capelli, triste e malinconico, con gli occhi arrossati dalla commozione. Non dimenticherò soprattutto il suo racconto dello scorso 23 maggio 2014, l’anniversario della strage. Queste le sue parole:  “mia moglie mi ha costretto a fuggire da Firenze. Ero a Locarno e non pensavo a nulla, quando mi sono sentito colpire da qualcosa sulla spalla: un uccellino in volo aveva fatto cadere un pezzo di cibo dal becco, che era finito accidentalmente su di me. Istintivamente, ho guardato l’orologio: erano le 17.58. L’ora dell’esplosione a Capaci”.

Ecco questa è la scuola che amo, quella che scuote le coscienze e ti lascia uno spessore, che ti fa sentire cresciuto più della sera precedente. Per un insegnante di Tecnica alle medie, niente male.

Ma poi mi torna in mente la “buona scuola” e quello che dal prossimo anno non sarà più possibile vivere con i miei ragazzi e i cari colleghi con cui ho condiviso queste esperienze di vita e di crescita.

Ripensare che ancora oggi purtroppo, dopo le udienze in commissione e l’inizio dei lavori parlamentari, non si vede un’apertura, uno spiraglio, una via d’uscita. Altro che buona scuola e condivisione del progetto di legge, altro che eliminazione del precariato, qui l’unica certezza è l’eliminazione dei precari che negli ultimi 10 anni hanno consentito alla scuola di continuare ad offrire un servizio fondamentale per la collettività. Lo diciamo e lo ripetiamo da mesi, questo Disegno di Legge del Governo non prevede l’assorbimento di tutto il precariato e per essere più precisi, nemmeno del precariato storico. Questi docenti non possono essere considerati precari  giovani e inesperti, come erroneamente sostiene il Ministro. No, cara Giannini questi docenti devono essere considerati “precari storici”, avendo accumulato negli ultimi 15 anni diversi contratti annuali su cattedre vacanti.  L’unico torto a loro ascrivibile è quello di essersi abilitati dopo il 2006 ed è l’unica differenza con i colleghi inseriti nelle GaE. Quindi fuori dalle assunzioni straordinarie previste dal nuovo disegno di legge per il quale, gli unici precari sono quelli iscritti da decenni in tali liste e non coloro che lavorano nella scuola da più di dieci anni. Agli abilitati di seconda fascia, peraltro mai nominati insieme al personale ATA, viene proposto il Concorso,  per saggiare il merito della loro preparazione. È chiaro l’errore logico di tale soluzione, visto che in ogni attività  professionale, gli anni di anzianità costituiscono la base valida per attribuire merito. Non si capisce perché l’anzianità di servizio nella scuola debba essere svalutata a tal punto da diventare, con l’art. 12, “vietata per legge” stabilendo di non reiterare i contratti oltre i 36 mesi. Cioè la Corte di Giustizia Europea ci dice di assumerli a tempo indeterminato dopo 36 mesi di servizio e lo Stato italiano che fa: “li licenzia”.

Sembra un incubo.

Come se si potesse tornare indietro nel tempo e imporre un concorso come unica possibilità per ottenere il ruolo, malgrado tutti gli anni di servizio svolti. L’unica spiegazione fornita dal Governo come giustificazione è l’art.97 comma 3 della nostra Costituzione.  “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”. Intanto noi non chiediamo di accedere all’insegnamento, perché nella scuola ci siamo da più di dieci anni, abbiamo formato schiere di studenti, nella scuola siamo cresciuti professionalmente e, in alcuni casi, anche invecchiati, diventando mariti o mogli, mettendo al mondo dei figli, e dopo tutto questo ci si dice: “abbiamo scherzato”.  Non sarà proprio questo un caso “stabilito dalla legge” soprattutto perché è lo Stato che con la legge “sana” se stesso e la sua abusiva pratica della reiterazione dei contratti a termine.  Lo dice la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014.  Perché è così difficile usare “il buon senso”?  È davvero impossibile prevedere una legge che sani questo abuso nei confronti dei lavoratori della scuola?  Dove è finita la nostra giustizia sociale se, per assicurarsi i voti di Forza Italia, si debba in cambio “eliminare” 80.000 precari della scuola pubblica?

Occorre prendere atto che dietro i numeri e le graduatorie vivono esseri umani con un cuore e sentimenti. Uomini e donne che faticano a trovare la serenità per entrare quotidianamente in classe e trasmettere la gioia di vivere.  Bisogna trovare una soluzione come l’apertura delle Graduatorie o un concorso per titoli così come prevede il dpr 487/1994, noi abbiamo diritto alla precedenza in quanto abbiamo prestato lodevole servizio. Lo deve fare la politica per restituire a ciascuno di noi il diritto che ci spetta, prima che arrivi il tribunale.

Mimmo Bruni

Io&Nico

FLASH MOB – CDP Toscana

Con il flash mob di oggi i precari della scuola, riuniti in più di 200 nel centro storico di Firenze, lanciano un ultimatum al governo:

“la scuola torni alla scuola”.

La riforma calata dall’alto, che in questi giorni ancora giace incagliata al vaglio del Presidente della Repubblica, costituisce un arbitrario attacco all’autonomia e alla dignità dei docenti. Migliaia di precari infatti, dopo anni di servizio e dopo costosi percorsi abilitanti, sono costretti a rinunciare alla loro professionalità e al loro lavoro contrariamente a quanto espressamente richiesto dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014, che ha inequivocabilmente richiesto al Governo italiano di sanare la pratica abusiva della reiterazione dei contratti di supplenza oltre i 36 mesi.  La parola deve tornare ai docenti, ai loro alunni e a tutti quelli che nella scuola vivono e lavorano.

La scuola si costruisce a scuola!

Coordinamento Docenti Precari

 

CARO PRESIDENTE

Caro Presidente Mattarella,

Le scrivo quello che sabato non sono riuscito a dirLe alla stazione Santa Maria Novella di Firenze.

Intanto volevo segnalarLe la triste sorte che molti insegnanti abilitati  subiranno il primo settembre a causa del disegno di legge “la buona scuola”: il licenziamento in tronco.

Sono anch’io un docente “precario” abilitato, con più di dieci anni di servizio nella scuola pubblica. Da mesi, insieme a tantissimi colleghi, continuo a ricercare un dialogo con i promotori di questa legge per far comprendere che l’idea e soprattutto la scelta “propagandistica” di  assumere tutti i precari delle GaE è un grosso errore, oltre che una vera ingiustizia.

Lo scorso 17 marzo eravamo in Piazza  Montecitorio per esprimere la nostra protesta verso questo Disegno di Legge e anche se non dovesse servire a nulla, ci resterà la convinzione di aver fatto la cosa “giusta”.

Intanto desidero illustrarLe la nostra idea di “precario” della scuola, tanto abusato ma poco corrispondente alla realtà.  Se nel corso degli ultimi 10-15 anni alcuni docenti hanno potuto accumulare anni e anni di supplenze, pur non essendo abilitati, è dovuto al fatto che nella scuola pubblica ci sono cattedre vacanti su Classi di Concorso esaurite da tempo nelle Graduatorie ad Esaurimento. Già qui si potrebbe trarre una semplice conclusione oggettiva: “c’è bisogno di loro nella scuola”.  Di contro migliaia di docenti senza alcuna cattedra disponibile verranno messi in ruolo attraverso il piano straordinario di assunzione. NON possiamo definire questi insegnanti dei “precari” della scuola, ma semplicemente aspiranti docenti. Alcuni di loro non sanno neppure cosa sia la scuola oggi, quali siano le problematiche relative alla professione docente, alla didattica per competenze o laboratoriale, il significato  di acronimi come POF, BES e DSA …

La scelta logica sarebbe stata quella di assumere e stabilizzare tutti coloro che adesso lavorano su cattedre vacanti a prescindere dalla graduatoria di riferimento. Solo un mese fa un ex ministro della Pubblica Istruzione aveva dichiarato: “le supplenze annuali sono state 137 mila, di queste 59mila sono da graduatorie ad esaurimento e 78.500 dalla seconda fascia delle graduatorie di istituto.” Dove sono finiti gli altri 79.000 docenti GaE che questo governo vuol stabilizzare?  Il prossimo primo settembre come si farà ad assegnare le cattedre se le graduatorie sono esaurite?

Caro Presidente la risposta è semplice, continueranno a impiegare NOI docenti inseriti nelle Graduatorie d’Istituto così come è avvenuto in passato, quindi paradossalmente, anche per il prossimo anno 10.000 – 30.000 posti saranno offerti a docenti precari da Graduatorie di Istituto. Nulla sarà cambiato: i docenti precari continueranno ad avere incarichi, senza continuità didattica, rimbalzando tra 20 scuole e aspettando ansiosamente una convocazione da settembre in poi. Un’evidente contraddizione d’intenti visto che “la Buona Scuola”  nasce proprio per eliminare quella che gli uomini di questo Governo hanno chiamato la “supplentite”.

I “precari” vivono dove muore la stabilità, quando lo Stato non è in grado di garantire in maniera continuativa a un docente la sua dignitosa cattedra. Il precario è un lavoratore attivo, che presta servizio… non riesco a identificarlo con un docente parcheggiato in graduatoria, che non avendo vinto un concorso possa, per la mancata periodicità dei concorsi stessi, attaccarsi all’idea d’idoneità. La patologia tutta italiana è proprio questa: l’incertezza assoluta della cadenza dei concorsi e la disparità dei posti distribuiti sulle varie classi di concorso. Precari sviliti in ogni frangente della vita scolastica; a partire dalle convocazioni per gli incarichi, strappate agli Uffici territoriali Provinciali e demandate ad anno scolastico abbondantemente cominciato, alla convulsa ricerca degli istituti scolastici stessi.  Per il Governo la soluzione è: Tutte le GaE in ruolo?  Sembra più uno slogan di piazza che la soluzione di un problema endemico di questo Paese. Una settimana fa leggevo l’intervista dell’ex Ministro Carrozza in cui affermava che sarebbe bastato utilizzare il suo programma che prevedeva appunto, per il primo anno, la copertura dei tutti i posti vacanti e disponibili.

Poi c’è la questione più vergognosa di come sono trattati i docenti abilitati e non abilitati delle Graduatorie di Istituto, esclusi del tutto dalle assunzioni, malgrado le promesse fatte già da settembre e successivamente nei vari incontri, convegni e consultazioni in cui ci è stato assicurato: “tutti i posti delle GaE che resteranno rispetto alle 148.000 assunzioni (non uno di meno) saranno attribuite alla G.I. con particolare riferimento alle classi di concorso esaurite in GaE e a coloro che hanno svolto più di 36 mesi di servizio per le scuole statali, anche in ottemperanza alla recente Sentenza della CURIA.  Parliamo di docenti che hanno deciso di dedicare la propria vita a questo lavoro per anni e anni, quando le regole, e quindi anche le prospettive e le aspettative, erano diverse. Dimenticando la storia dei concorsi di questo paese, dove non ci sono mai stati decorsi regolari, sempre finiti con una miriade di ricorsi onerosi in primo luogo per lo Stato, quasi sempre soccombente o per dolo o sfruttamento del precariato. Non vedo perché le cose dovrebbero cambiare improvvisamente. Anche nell’ultimo concorso si è aperta una nuova diatriba legale fra vincitori e idonei, modificata in corso d’opera a luglio 2014 e che ha consentito ad alcuni docenti di entrare in ruolo lo scorso primo settembre mentre altri, se passasse l’articolo della buona scuola, risulterebbero esclusi dal ruolo il prossimo anno. In fondo anche noi subiamo un discriminazione molto simile, infatti pur avendo le stesse caratteristiche dei docenti inseriti in GaE, risulteremmo fuori dal ruolo solo perché abilitati successivamente al 2006, magari con più titoli e servizio.  Molti di questi politici al Governo si giustificano facendo riferimento all’artico 97 della Costituzione che recita: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.” dimenticando appunto l’affermazione:  “SALVO I CASI PREVISTI DALLA LEGGE.” Ma non crede Presidente che sarà più importante il rispetto dell’articolo 3, inserito non a caso nei 12 principi della Carta Costituzionale, sull’uguaglianza di tutti i cittadini italiani.

Le chiedo per concludere, a nome di tanti colleghi nella mia stessa situazione, di adoperarsi affinchè il Governo ascolti il grido che proviene da quasi 80.000 docenti che quest’anno ricoprono incarichi annuali su cattedre vacanti, insegnanti che da anni servono con devozione e passione questo lavoro. Se il Governo ha legittimamente deciso di cambiare le regole, prima di farlo dovrebbe risolvere la questione di tutti questi precari che si trovano, non per loro colpa, nel mezzo di questo cambiamento radicale, evitando loro un’interruzione drammatica (LICENZIAMENTO), per iniziarne un altro che presenta grossissime incognite.

La politica credo non può fare a meno di confrontarsi con la realtà, risolverla e poi ripartire.

Domenico Bruni

docente precario nelle Scuole Pubbliche, con 12 anni di servizio su cattedre esaurite in GaE.

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